Nasce il 26 settembre 1948, Maurizio Gucci, figlio di Rodolfo Gucci e nipote di Guccio Gucci, il fondatore della casa di moda italiana di lusso. Fin da giovane, l’erede al trono della Maison mostra affinità per l’azienda di famiglia, iniziando a lavorare al suo interno, come fattorino.

Durante questo periodo Maurizio inizia a imparare la complessità della combinazione di famiglia e affari. Negli anni 60 l’intera traiettoria della sua vita cambia per sempre, dopo l’incontro con Patrizia Reggiani, “Lady Gucci”. Ed è proprio attorno a questa vicenda che ruota la pellicola che ha ispirato la fantasia di Ridley Scott per il film “House of Gucci “ con Lady Gaga e Adam Driver, in uscita il prossimo novembre.

La storia della Maison Gucci è stravolgente come alcuni dei suoi design.

Gucci possiede un X-factor che la rende sinonimo di lusso, un lusso che evoca sia l’eccesso e il genio di Alessandro Michele,   -attuale direttore creativo -, che le figure scandalose delle campagne pubblicitarie di Tom Ford. Ma molto prima, il marchio tutto italiano era un semplice negozio di pelletteria. La leggenda narra la storia del suo fondatore Guccio Gucci, figlio di una stirpe di pellettieri, che nel 1897 trova lavoro come portiere presso il prestigioso Savoy Hotel di Londra.

Con la pelle nel sangue e nella mente, Guccio osserva i bagagli dei ricchi avventori.

Ispirato dagli intricati dettagli e dalle raffinate rifiniture delle borse in pelle degli aristocratici, torna in Italia per lavorare nell’azienda di valigeria Franzi prima di avviare la sua attività. Allo stesso modo, le discussioni quasi costanti sul polo e le corse a cui aveva assistito a Londra, lo convincono che aggiungere un tocco di equestre alle sue valige è necessario per avere successo nel mercato del lusso; da qui ne scaturisce l’elemento decorativo caratteristico, heritage del marchio: la staffa. Nel 1921, la Maison Gucci si presenta a Firenze come un piccolo negozio di articoli equestri e di valigeria a conduzione familiare; per Guccio rappresenta solo il culmine di una visione, un sogno che aveva fin dai tempi di Londra, ma per il marchio Gucci è solo l’inizio della storia.

Guccio nel 1938 arruola i suoi quattro figli, Ugo, Aldo, Vasco e Rodolfo, per entrare a far parte dell’azienda, con il compito di espandere la presenza del marchio. Da lì a poco portano Gucci a Roma e infine a Milano, negli anni successivi.

Di necessità virtù: rosso, verde, rosso.

A metà degli anni ’30, a causa delle sanzioni contro l’Italia, la pelle diventa difficile da reperire, così per rimediare la Gucci inizia a sperimentare tessuti alternativi e fantasie. Nasce così la primissima stampa firmata Gucci: piccoli diamanti interconnessi in marrone scuro, intrecciati in un tessuto di canapa marrone chiaro. Distintivo del marchio diventa anche un nastro ispirato dal sottopancia della sella, di diverse grandezze, in lana o cotone, nei colori verde-rosso-verde per gli articoli in cuoio naturale e in blu-rosso-blu per pellami colorati. L’iconica Bamboo Bag nasce in circostanze simili nel 1947. Alla fine della guerra, scoprono il bambù giapponese come materiale per creare manici di borse unici che diventano subito sinonimo di Gucci.

Gucci sbarca in America come simbolo del Made in Italy.

Nel 1953, appena 15 giorni dopo l’apertura della prima boutique Gucci, a New York, Guccio muore. Ma nonostante la prematura scomparsa, il marchio continua a prosperare. Il decennio che segue è epocale, grazie alle celebrità che iniziano a sfoggiare con orgoglio i modelli del brand. Elizabeth Taylor e Peter Sellers sono entrambi fan delle borse Gucci unisex. Jackie Kennedy acquista un modello di borsa Gucci morbida, rapidamente e ufficialmente ribattezzata “The Jackie”; che viene rilanciata nel 1999 in molti colori e varianti con grande successo, aprendo l’era della borsa Gucci “It”.

Grace Kelly  ritira in una boutique la Bamboo Bag e in quella occasione Rodolfo Gucci chiede all’illustratore italiano, Vittorio Accornero, di disegnare un foulard floreale per l’amata principessa di Monaco. La stampa risultante è nota come Flora; un modello iconico Gucci, ancora attuale, che presenta 43 tipi di fiori, piante e insetti, rappresentati attraverso una vivida gamma di 37 colori. Nella storia della maison donne dallo stile inimitabile: Audrey Hepburn, Maria Callas, Sofia Loren la duchessa di Windsor scelgono capi Gucci.

Nasce in questo periodo il logo di due G intrecciate, come dolce omaggio al fondatore, Guccio Gucci.

Negli anni ’70 Gucci guarda a Oriente, mettendo radici a Tokyo e poi a Hong Kong, ma l’epoca d’oro sembra essere in crisi. I fratelli Gucci entrano costantemente in lotta, portando la casa di moda vicino alla bancarotta anche se il brand debutta con la prima collezione di prêt-à-porter nel 1981. Sono questi gli anni più drammatici, ricchi di scandali e tradimenti della dinastia Gucci. Le fortune del marchio prendono una svolta drastica in mezzo a una lotta di potere generazionale; nel 1989, una holding acquisisce quasi la metà di Gucci per un rilancio che si rende assolutamente necessario.

L’era di Tom Ford.

Il vero cambiamento avviene nel 1990, quando un giovane designer di grande talento di nome Tom Ford entra in scena. Inizialmente, supervisiona la collezione ready-to-wear di Gucci, ma ne diviene da lì a poco direttore creativo nel 1994. Ad oggi, Ford è considerato il designer che ha veramente rivitalizzato Gucci, incorporando design ipersessuali e immagini forti nelle campagne pubblicitarie. La sua collezione autunno 1995 e i design eleganti e minimalisti degli anni ’90 sono un enorme successo commerciale; celebrità come Gwyneth Paltrow, Jennifer Lopez e Madonna vengono tutte fotografate con i suoi capi sul tappeto rosso.

Malgrado il successo, durante quel periodo, Maurizio Gucci vende il resto delle sue azioni a Investcorp; lascia la moglie Patrizia Reggiani e viene ucciso nel 1995 davanti al suo ufficio a Milano. Per quasi due anni l’identità dell’assassino di Maurizio rimane un mistero, fino a quando non emerge la responsabilità sua ex moglie Patrizia Reggiani che per vendetta aveva ingaggiato un sicario.

La Maison Gucci rinasce e grazie alla creatività di Ford prospera e diventa sempre più forte; nella storia le collezioni Ford ne hanno definito lo stile elegante, sexy e moderno; l’hanno ri-affermata come un marchio dedicato al glamour, attirando le star mondiali. Recentemente Alessandro Michele, attuale direttore creativo di Gucci, ha reso omaggio a Tom Ford con la collezione “Aria”. Ora sotto il controllo del gruppo Kering la Maison Gucci non smette di farci sognare e attraverso il film ” House of Gucci ” in uscita a novembre riceverà non poche attenzioni.