Descrizione

Ziel Microscopio ZB150E

Microscopio biologico a testata monoculare
Ingrandimento max: 1024x
Testata monoculare con possibilità di rotazione di 360°
Inclinazione testata monoculare: 45°
Ingrandimento oculari: 10x e 16x
Caratteristiche oculari: visione grandangolare
Ingrandimento obiettivi acromatici: 4x, 10x e 40x
Ingrandimento lente di Barlow: 1,6x
Triplo revolver portaobiettivi
Messa a fuoco: bilaterale di precisione
Diaframma a disco con sei fori di diverso diametro
Misure tavolino portapreparati: 90×90 mm
Condensatore N.A. 0,65
Illuminazione a LED: regolabile, incidente e trasmessa
Adattatore AC/DC in dotazione
Oculare elettronico con software e cavo USB per il collegamento con PC o MAC
Risoluzione oculare elettronico: 320×240 pixel
Copertura antipolvere
Altezza: 295 mm
Peso: 1300 g

Ziel Microscopio ZB150E Accessori in dotazione
Comoda valigetta portaoggetti
Sezionatore
Confezione vetrini preparati
Confezione vetrini da preparare
Materiale da analizzare: uova di gamberetti, lievito, sale marino
Colla per vetrini
Vivaio
Pinzette
Illuminatore per luce incidente

La Storia

L’esigenza di ingrandire gli oggetti era sentita in maniera forte fin nell’antichità. A questo scopo venivano utilizzati degli oggetti rudimentali, ad esempio il quarzo, i cristalli, addirittura delle bocce piene d’acqua.

Alla fine del Cinquecento, tanto Della Porta quanto Keplero, avevano a disposizione nozioni sufficienti per poter costruire un oggetto che ingrandisse tutto ciò che c’era intorno; ma per trovare il primo microscopio della storia della scienza bisogna aspettare la fine del XVI secolo.

Infatti in una bottega di fabbricanti di lenti in Olanda nel 1590 fu costruito il primo microscopio sul modello del telescopio. Quest’ultimo riscuoteva maggiore successo, poiché permetteva uno studio migliore e più approfondito dell’astronomia, una scienza che era enormemente seguita e che aveva dato adito a dispute sui movimenti degli astri.

Il microscopio, invece, rimase per parecchio tempo in secondo ordine. In questo periodo i microscopi esistenti si presentavano come composti, cioè formati da più lenti sovrapposte, tra i cui spazi veniva inserita dell’acqua.

Robert Hooke

Nella seconda metà del XVII secolo, lo studioso Robert Hooke scoprì delle strutture elementari nel Tessuto degli esseri viventi che chiamò cellule. Egli scrisse un testo molto importante, la Micrographia, con il quale fece scoprire il mondo infinitesimale, fittamente popolato, mostrando agli scienziati del tempo perfino gli insetti nelle più minuscole caratteristiche.

Altro punto di svolta è rappresentato dalla figura di Anthony van Leeuwenhoek. Egli non era uno scienziato, ma un mercante di stoffe molto curioso ed interessato alla realtà che lo circondava.

Riuscì così ad osservare gli elementi che componevano il latte, le rocce, i cristalli, ma anche gli insetti e perfino il Sangue ed il liquido seminale. Egli analizzò anche l’acqua di uno stagno e ne scoprì un mondo nuovo, popolato di esserini minuscoli.

Durante l’Ottocento, verranno ridotte e successivamente eliminate le aberrazioni sferica e cromatica dovute alla curvatura delle lenti grazie all’opera di Lister, un medico inglese, e verranno finalmente osservate e studiate con rigore le cellule, dando così i natali alla branca medica della microbiologia.

Anche il microscopio si evolverà: quello ottico non supera, infatti, il millesimo di metro e cede il passo, prima al microscopio elettronico, ed infine a quello atomico (che permette di vedere addirittura gli atomi).